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Visualizzazione dei post da 2012

Consolamise cor sonetto...

A bello! Pussa via dal mio bottazzo. A neno! Dal mio fianco pīa distanza. A capo! Lì c'hai spazio in abbondanza.  A maschio! Accosta a dritta o mo esco pazzo.  Cor timone io ce scrivo e ce svolazzo La barca mia manovra che è 'na danza C'è chi prova e riprova ormeggi a oltranza Ma quanno arrivo io 'n ce metto un cazzo Che marinaio so', che avventuriero! Quanno ce penzo quasi pīo spavento: 'che in terra è raro trova' n'omo vero Che sappia governa' le donne e 'r vento  Ma poi apro l'occhi e tutt'intorno è nero ...quant'era bello er sogno fraudolento!

Du' ricordi in croce

Le cinque, è giorno: sveja che 'n c'è tempo di fuori è freddo, e infuria 'r temporale 'na tazza de caffè scarda er morale e manna via la paura del maltempo E tutti i sogni fatti nottetempo metto da parte, come n'animale che su pe' 'r buco de la tana sale aspettannose quarche contrattempo Quanno è tirata su l'ancora a bordo e arzate verso 'r cielo tutte 'e vele pīo 'l largo, bordeggiando lento lento 'e nuvole so' nere, il tuono è sordo, il lampo sbraccia attorno le sue chele ma qui so' io, da solo, e 'r mare, e 'r vento

Un sonetto.

Primo sforzo provocato dal corso di metrica, novità 2012: Quand'anche fosse in parte colpa mia Il sopportare male tal baccano Considero non sia poi tanto strano Voler da questi luoghi volar via. Così, se voglio fare pulizia Mollare tutto e andarmene lontano, Finir la vita all'ombra di un banano, Non vedo cosa c'entri la follia. Un giorno, non so quando, farò vela: Il vento tra le sartie sarà buono, A poppa dolce l'onda in un sussurro. Forte lo scafo, porterò la tela Fin dove il mare sia l'unico suono E l'unico colore sia l'azzurro.

Agosto 2012: a Ovest

Un video collage delle foto della crociera di quest'estate: la rotta seguita su YouPosition sulle note di Miles Davis

Quattro giorni di Mediterraneo

Dall’Asinara a Mahon ci sono quattro giorni di navigazione, in estate. Specifico la stagione perché da questa dipende l’assenza di venti costanti lontano dalle terre emerse. Partendo la mattina da isola Rossa - una delle tante del Mediterraneo - è con il sole al tramonto che salutiamo definitivamente la Sardegna, lontano nella scia. Nel pomeriggio una brezza leggera ci ha accompagnati attraverso il golfo, e mi ha permesso di salire a riva, imbragato a due drizze di rispetto, per sistemare l’amantiglio dello spi nella sua puleggia appena sopra le crocette. Che vista meravigliosa sul ponte, sul mare rilucente, appena increspato, sulle lontane coste rocciose dell’isola!  Al tramonto il prodigio: un tonno di discreta stazza s’immola alla “drag queen”, come ormai è soprannominata l’esca sintetica a forma di polpo vestito a festa che Francesco e Serena tolgono e mettono da ore alla canna fissata a poppa in funzione della nostra velocità. Abbocca, richiama l’attenzion

Ricordando l'estate – Inverno 2012

Ma sono davvero stato io? Eravamo noi appena sei mesi fa, in maglietta di cotone e cappello di lana, costume slabbrato e guanti da vela da due lire? Eravamo io e Manuela quelli spinti dal vento per quattordici ore al giorno? Mi sembra così improbabile ormai che quei ricordi siano davvero miei. Avrei più facilità a credere di averli sognati, o di aver letto in un romanzo di avventura il racconto dei sogni di qualcun altro. O forse è adesso che sto sognando, di essere su un divano nell'inverno di Roma, mentre là fuori l'Atlantico scorre e scorre, e scorre, lungo le bianche murate della Duna. Nel mio sogno meno probabile fuori c'è la neve. Ne è caduta tanta negli ultimi giorni, e altra è prevista a breve. È un inverno tosto, il clima sta cambiando e, quello che è peggio, gli alberi di Roma non sono "botanicamente adatti" a sostenerlo. Almeno questo sarebbe il motivo, secondo il nostro sindaco, per il quale i rami crollati ostruiscono le strade come

Me, Myself & my Boat

Il sole è alto nel cielo, quando accostiamo decisamente a SSE nel canale tra Calasetta e Carloforte. Il vento è teso, accelerato forse dal passaggio tra le due isole. Proseguiamo al lasco in un mare nervoso. L'uscita dal porto è stata rocambolesca. Ormeggiato col vento al giardinetto di sinistra, decido inizialmente di assecondarlo accostando a dritta, per poi uscire in retromarcia. Tutto bene sulla carta, ma nella realtà sottostimo lo scarroccio - forse scottato dalle brutte esperienze passate con la barca da lavoro a motore, in alluminio e con un bel fly bridge - e l'effetto evolutivo dell'elica destrorsa: sono timoroso e ingrano la retromarcia in anticipo. Prima di avere manovrabilità mi sono avvicinato troppo alla barca alla mia sinistra e finisco col timone sulla sua cima di ormeggio. C'è da dire che le cime di ormeggio, qua a Calasetta, vengono giù quasi parallele al pelo dell'acqua, lasciando libero un esiguo passaggio di pochi metri, al centro del cana

Il piccolo fiocco inglese

# ... ### by C.P. ##### created: mercoledì 5 ottobre 2011 03:23:24 Ora Legale Europa Centrale ---   Usciamo da Porto Palma con la sola randa, preoccupati di evitare l'orda di derive che popola il passaggio. Sono così tante che mi perdo nel cercare di stabilire le precedenze in quel caos in continuo mutamento. Mi limito allora a proseguire in rotta, mura a dritta, costretto a fidarmi della manovrabilità altrui e sperando che nessuno si senta così sicuro della sua bravura da venire a scuffiare sotto la mia prua. All'ancora è successo. Due giorni fa, non certo ieri, con quel vento che ululava tra le sartie, che sollevava onda fin sotto i pontili della scuola nautica, appena sottovento alla costa. Ieri una delle poche barche alla fonda insieme a noi (ma lei alla boa, noi su due ancore appennellate) aveva il tender che le sventolava dietro come un aquilone che cerca di scappare a un bambino troppo piccolo per quel gioco. No, ieri le derive non avrebbero potuto prendere il mar