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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Il pescatore-raccoglitore

Giuseppe è uno scienziato. Lui va dove deve andare, scende alla profondità esatta, aspetta e trova il pesce che deve trovare, gli spara solo se rispetta i requisiti di taglia e, soprattutto, lo centra. Fabio si affida invece al ragionamento induttivo: va in acqua col fucile che gli capita, anche storto e spompato, batte a tappeto ogni scoglio e spara a qualsiasi cosa si muova. In questo momento sono loro due gli esempi che mi vengono in mente per introdurre la mia esperienza con la pesca subacquea. Io però, che pure ho approfittato lautamente di entrambe le mense, non riesco ad assomigliare a nessuno dei due. Non ho il fiato, o il coraggio, per acquattarmi dietro uno scoglio a 15 metri di profondità ad aspettare il dentice dei miei sogni, e quindi mi limito ad annaspare in cinque metri d’acqua mentre i piombi alla mia cintura lottano invano contro il galleggiamento della mia muta nuova di pacca. E quando, perlustrando la costa, lo sparaglione rimane per una attimo davanti alla punta de

I pregiudizi, e i preoccupanti strascichi del covid

“Charterista” non è una categoria universale, ma solo la descrizione di una relazione in essere tra il conduttore e il mezzo nautico che galleggia sotto il suo culo. Il che non toglie che, dal punto di vista statistico, e a scopo puramente preventivo, a tale categoria sia associabile una casistica di comportamenti tale da esortare il vero saggio, ma anche il troppo superficiale, ad evitarla in blocco come la peste. Pregiudizio. A volte utile, a volte inutile, a volte dannoso. In ogni caso una settimana fa, a Egina, siamo arrivati in porto quasi a notte fatta. Come ho già avuto modo di scrivere ormai Egina è piena a tappo anche a giugno, invasa soprattutto dalla sopra citata, invisa, vituperata categoria di conduttori. E anche quella sera in porto non c’era un posto libero. Ma, accanto a un “misero” Bavaria 37, vedevamo due metri da una parte e uno e mezzo dall’altra. Duna è larga esattamente 3.44 metri. Ci siamo avvicinati e MaLa, da prua, ha richiamato l’attenzione di uno dei giovani

La civilizzazione

Ogni anno i charter sono più larghi. Qui a Egina, appena cinque stagioni fa, a giugno eravamo tutte barche armatoriali di dieci, dodici metri, appena uscite dai cantieri del nord dell’isola. Ora, agli inizi del mese, noi siamo gli unici sotto i tredici. E gli unici armatori. I charter, cinque anni fa, erano lunghi 40 piedi. 45’ i più lussuosi. Ora il polacco slavato si gode la primavera greca minimo su un 55, largo come una portaerei. Senza contare i catamarani, che tentano di entrare in porto alle sette del pomeriggio pensando di essere nella baia di Le Marin. Qui il porto si paga per lunghezza, e le barche commerciali hanno quasi il 70% di sconto. Quindi di fatto un catamarano a noleggio di 55’ paga meno di me. Ne entrano quattro e il porto sparisce. I greci questo lo sanno, e per tentare di arginare il danno economico hanno raddoppiato le tariffe. Il che, per i polacchi di cui sopra, che hanno pagato cinquemila euro in dodici per la settimana in “barca a vela”, è comunque una quisqu