Siamo qui. Ancorati nella baia delle Ignude. Strani uccelli passano le prime ore della notte a raccontarsi la giornata. Se la gridano all'unisono dall'alto delle scogliere, con un verso simile a quello di una moglie che, nel lamentarsi della vita, dell'universo e di tutto quanto con il marito, improvvisamente vomita. Il catamaranista inglese illumina le alte pareti di roccia con un faro alogeno (mai un charterista che si senta ospite in un luogo che faceva già parte della storia quando lui era ancora sugli alberi) ma parte sconfitto in partenza: gli dèi di questo ridosso sono antichi e pazienti, e invincibili. Un attimo di silenzio imbarazzato, e i lamenti riprendono. Ecco come i Greci si sono inventati le arpie - suggerisce Manuela. Siamo qui, dicevo. Seduto in pozzetto, sono rivolto a sud. Davanti a me, alto e imponente nel cielo notturno, lo Scorpione si stende agile al di sopra della costa sicula. Le luci dei paesi, migliaia, milioni, sfumano ai lati verso