Io arrivo un po’ prima, sbarco le ultime cose, preparo le cime, sciolgo gli spring e li lancio in banchina. La Duna va in cantiere, a Fiumicino, sfruttando quella che sembrerebbe l’unica finestra favorevole dell’intera settimana, o dell’intero mese, a quanto posso sapere. Le diverse previsioni, dopo aver oscillato per giorni ognuna per conto proprio, hanno finalmente trovato un accordo, e sentenziano tramontana, o meglio grecale, Nord Est, F4, per tutto il tragitto. Io mi fido e non mi fido, e nell’eventualità che la realtà sbagli e non si allinei a tanti siti meteo consultati, riporto a bordo lo spinnaker. Hai visto mai. Quindici nodi di tramontana significano anche freddo, e me lo conferma per telefono Daniele, lui scende giù dai monti, “Faccio tardi, ho dovuto prendere la strada più lunga perché qui è tutto ghiacciato”. Me lo vedo arrivare in banchina verso le nove e mezza, tutto bardato stile esquimese, come me del resto. “Sotto ho la calzamaglia, e in borsa il pass