La vedi avvicinasse de lontano
Un pezzo sopra l'artre, un po' più scura
Se staja laggiù in fonno come mura
Ce fa du' giri sopra un cormorano
Adesso se nasconne piano piano
Come se fosse lei che c'ha paura
E poi rispunta fori nera e dura
Indove tu pensavi fosse strano
E quanno ar fine arriva su la poppa
Se gonfia, sarta, tira su la cresta,
Muggisce come 'n toro che galoppa,
Te dici: "mo ce schianta e così sia"
Ma poi te schiuma sotto e passa lesta
Rimetti la prua in rotta e corri via
La Heart of Gold si stava avvicinando al punto cruciale del suo viaggio interstellare. Di lì a pochi minuti sarebbe stata risucchiata dalla forza di gravità e sparata a tutta velocità attraverso il canale centrale della nebulosa fino allo spazio libero, vuoto e sicuro che la separava dalla sua destinazione finale. Aveva poco tempo, perché il flusso gravitazionale, ora favorevole, si sarebbe invertito in meno di un’ora. Ai comandi, Arthur scrutava con attenzione le orbite degli asteroidi più vicini, quando Trillian esclamò proccupata: “C’è un oggetto in rapido avvicinamento dietro di noi”. Il computer anticipò le loro intenzioni proiettando sullo schermo principale l’immagine di un’astronave tozza, sgraziata, grigia. “Arthur: è un’astronave Vogon!” “Sì, ma non stanno certo cercando noi...” “Invece si avvicinano, mi sembra facciano segnali…” “Stanno aprendo un portello… Dio quanto sono brutti!” “Cosa vorranno? Non recitarci una poesia, spero” “Se dovessero solo minacciarlo, ...
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