La vedi avvicinasse de lontano
Un pezzo sopra l'artre, un po' più scura
Se staja laggiù in fonno come mura
Ce fa du' giri sopra un cormorano
Adesso se nasconne piano piano
Come se fosse lei che c'ha paura
E poi rispunta fori nera e dura
Indove tu pensavi fosse strano
E quanno ar fine arriva su la poppa
Se gonfia, sarta, tira su la cresta,
Muggisce come 'n toro che galoppa,
Te dici: "mo ce schianta e così sia"
Ma poi te schiuma sotto e passa lesta
Rimetti la prua in rotta e corri via
Una storia che non parla della randa rollabile, della quale non mi frega assolutamente nulla. Però ho attirato la vostra attenzione. Sono in bagno quando Roberto mi chiama per la prima volta. "Carlo vieni su a vedere" mi fa, con quel tono di voce che sottintende "Non è urgente ma non metterci troppo". Io mi asciugo di corsa le ascelle e salgo, in mutande e canottiera di lana. La canottiera di lana mi serve ormai da una settimana per proteggermi dal meltemi di fine settembre, insieme al cappello dello stesso materiale e alla cerata quando siamo in navigazione verso nord, cioè tutti i giorni; Roberto è il conavigatore che ha scelto volontariamente di attraversare insieme a me, contovento, l'intero Egeo dal Dodecaneso al golfo di Atene. Il mio conavigatore mi indica al di là della nostra prua. La barca inglese che stanotte è riuscita non so come a infilarsi tra noi e la spiaggia - non pensavo fosse possibile dare ancora più in là di dove l'ho data
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