L'idea mi è venuta un mesetto fa. Ero sul molo del porto, impegnato a dare la caccia a sgrottamenti e sottoescavazioni calando ogni 10 metri un fattapposta dalla testa rotante.
Chiacchierando del più e del meno con un amico che bighellonava lì intorno - l'attrezzo doveva rimanere sott'acqua ogni volta un paio di minuti per fare il suo lavoro - mi tornò alla mente una notizia che avevo sentito in giro e chiesi conferma.
"Ma è vero quel che si dice, che stavate per perdervi l'asse?"
Il Civitavecchiese ha fatto suo il motto "pianto mezzo vanto", per cui non si mostrerà mai entusiasta di come gli stanno andando le cose. D'altro canto, di rado assumerà un tono assolutamente tragico nel raccontare un episodio davvero grave. E così quel mio amico abbozzò un mezzo sorriso, e con occhi divertiti mi raccontò che a un certo punto la barca aveva smesso di manovrare. "Ho pensato subito all'invertitore, anche se era appena stato revisionato". Sceso a controllare, era entrato in sala macchine appena in tempo per vedere l'asse che scivolava via. Con una mano l'aveva afferrato e con l'altra, rimediata non si sa come una cimetta, l'aveva messo in sicurezza. Non doveva essere stata una passeggiata di salute, ma la difficoltà del momento trasparì solo quando, sempre col sorriso sulle labbra, aggiunse: "un attimo più tardi e andavamo a fondo".
Dopo essermi fatto spiegare per bene come aveva fatto a sganciarsi l'asse, e essermi fatto dare il nome del meccanico che aveva dimenticato la spina di sicurezza nel dado che lo blocca al mancione - fa sempre comodo sapere a chi NON far mettere le mani sulla propria barca - il discorso scivolò sulle reali possibilità di far fronte a un problema del genere.
L'aspetto più inquietante è che lui se ne era accorto solo perché stava manovrando a motore: se l'asse fosse scivolato via mentre andava a vela nessuno avrebbe controllato in sala macchine, e difficilmente la pompa di sentina da sola avrebbe potuto buttar fuori tutta l'acqua che sarebbe entrata, a pressione, dalla losca completamente libera.
"L'unico rimedio sicuro è avere un allarme: così te ne accorgi in tempo e puoi mettere un tappo, uno straccio, una cosa qualsiasi per tamponare il getto. Sistemato il problema immediato, pensi a come tornare in porto" concluse il mio amico.
Ed ecco che finalmente mi arriva il pannello "interruttore ed allarme" per la pompa di sentina (che ho appena finito di rimettere a nuovo) ordinato su internet.
Ammetto di essere emozionato. Anche perché lo stesso giorno sono arrivati i pezzi del motore, che tra poco sarà di nuovo a bordo, e quindi ho poco tempo per lavorare in sentina liberamente. Ho voglia di cominciare e, ripassando mentalmente tutti i collegamenti elettrici che mi ero prefigurato, tiro fuori dal gavone i cavi elettrici - già misurati,
e do un'occhiata al foglietto delle istruzioni per avere conferme sui collegamenti da fare.
I collegamenti previsti |
Oh oh...
C'è qualcosa di strano... il galleggiante interrompe il negativo... e la mia pompa ha l'interruttore, interno, sul positivo! Tra i componenti del pannello vedo almeno un diodo, e da quel poco che capisco di elettronica questo significa che se inverto i collegamenti non funzionerà allo stesso modo.
Le soluzioni possibili sono almeno tre. La più semplice è far finta di niente lasciare tutto com'è, ovvero con la pompa di sentina collegata alla batteria motore, comandata in manuale da un interruttore posto di lato al motore. Orrendo, vero?
Un gradino sopra c'è la possibilità di bypassare l'interruttore esterno istallando un galleggiante da collegare al negativo del quadro. Possibile, rapido.
Infine c'è l'idea di invertire i componenti del quadro in maniera da far funzionare il circuito con il galleggiante al positivo. Complicato, laborioso. Interessante.
Ovviamente ho scelto quest'ultima soluzione.
Innanzi tutto ho dovuto capire come funziona il circuito originale:
il positivo arriva dalla batteria, passa attraverso il fusibile e da qui va alla pompa. Il negativo arriva al deviatore e da qui va al galleggiante che comanda l'allarme: se il contatto si chiude scatta il cicalino e, attraverso il famoso diodo, la tensione arriva al negativo (blu) collegato alla pompa. Normalmente però la tensione rimane lì, e per far funzionare la pompa bisogna spostare il selettore su Manual, il che collega al negativo il cavo blu della pompa, o Auto il che delega il comando ad un secondo galleggiante, più in basso, che chiudendo il circuito non fa scattare l'allarme ma semplicemente devia la tensione, ancora una volta, sul cavo blu della pompa. A complicare il tutto i led che, per chi non lo sapesse sono anch'essi semiconduttori - il che, per chi non lo sapesse, significa che se collegati al contrario invece di accendersi bloccano la corrente.
Le istruzioni originali del pannello, trascritte in una variante locale del Lineare B |
Per onestà devo ammettere che ho impiegato un intero pomeriggio a fare mia questa apparentemente semplice spiegazione, ripescando vecchi libri e manuali, facendo ricerche su internet, collegando il pannello ad un alimentatore e facendo prove con il tester.
Poi un'altra ora a disegnare uno schema e ad invertirlo sulla carta per mandare ai galleggianti il polo positivo invece di quello negativo. Poi un'altra a capire cosa significasse quel disegno che sì, avevo fatto io, ma che mi era estraneo come se mi fosse stato dettato dal fantasma di un elettrotecnico durante una seduta spiritica.
La nota dall'oltretomba |
Infine, anche se non particolarmente convinto, ho acceso il saldatore e ho cominciato a smontare il pannello, a ruotare piano piano i pezzi, a saldare di nuovo i terminali. Per non rischiare di confondermi al momento dell'istallazione, ho anche invertito i colori dei cavi, in maniera da mantenere il rosso al positivo e il bianco al negativo. Il momento più drammatico è stato il ritorno di Manuela dalla palestra, ciao come è andata tutto bene hai fatto la spesa, mentre la mia già precaria concentrazione scivolava via e con essa la speranza di ricostruire qualcosa di funzionante da quel piccolo ammasso di componenti elettrici che avevo ammucchiato in un angolo sgombro del tavolo dello studio. Mi ha chiesto cosa stessi facendo. "Inverto i collegamenti del pannello di controllo della pompa di sentina, gli originali non andavano bene..." "Non sarà pericoloso?" Le mostro i segni del saldatore sul mio polpastrello: la constatazione che il dovuto sacrificio agli Dei degli Impianti Elettrici è già stato consumato la soddisfa pienamente e calma la sua apprensione.
Finito di rimontare, ho osservato il risultato. A parte il collegamento comune "in bando", prima al positivo sulla linguetta del fusibile, ora al negativo irrigidito soltanto dai terminali delle resistenze, sono soddisfatto. Ho collegato l'alimentatore, provato con il tester, commutato il deviatore. Sembra funzionare. Prima di riporre tutto, mi sono fatto uno schema di come andrà montato: non è detto che domani abbia ancora un ricordo preciso delle elucubrazioni mentali di ieri pomeriggio.
Ora resta solo da istallarlo a bordo...
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