Era l'11 di luglio, quando sfuggendo al mare grosso in poppa la Duna e il suo equipaggio si infilavano col fiocco ancora a riva nel porto praticamente deserto di Kiato. Dopo la rocambolesca ammainata, il vento di nordovest sparava la bugna dritta in faccia della prodiera, faticosamente lo skipper avvicinava a motore il molo di sopraflutto, dove aveva adocchiato un'altra barca e, soprattutto, una figura amichevole pronta ad aiutare l'ormeggio.
Abbiamo scambiato poche parole, sono quasi convinto che il suo nome fosse Moreno, ma è passato un po' di tempo e poi sono una frana coi nomi. Ma so per sicuro, perché me lo dice Manu che in queste cose invece non scherza, che la barca di cui era equipaggio insieme a due amici era l'Aladdin.
"Da dove venite?", "Dove siete diretti?" scambi di informazioni tra noi e l'unica altra barca in porto. Loro vengono dal Dodecaneso, e quando sveliamo che Leros è la nostra meta ipotizzata, sognata, scopriamo che avrebbero voluto risalire proprio fino lì, ma non hanno fatto in tempo - ce lo raccontano con un po' di malinconia forse. Quando poi ammettiamo che no, l'Egeo non l'abbiamo mai fatto e che no, il Meltemi non sappiamo cos'è, solo per un attimo cogliamo nel loro sguardo il "mandocazzo annate" di rito: un istante dopo sono già lì ad incoraggiarci, a raccontarci di quanto tutto sia bello, colorato, magico.
E dopo il nostro appuntamento in capitaneria, in cui il funzionario finge - di questo sono personalmente convinto - di aver finito i moduli pur di non farci pagare la sosta, li vediamo da lontano, i tre dell'Aladdin, passeggiare lenti accanto alla Duna. Scopriamo presto che ci stanno aspettando: quando ci avviciniamo ci vengono incontro e compare magicamente tra noi una bottiglia di vino bianco, bagnata di brina. È per noi, perché era destinata a Leros e noi andiamo lì. E siamo "giovani e belli" e pieni di speranze.
E noi cacciamo indietro le lacrime di commozione quel tanto che basta per ringraziare, per farfugliare la promessa di portarla a destinazione e di berla alla loro salute, ma quelle lacrime ancora sono qui pronte ad offuscarmi la vista ora che a distanza di quasi un mese ne scrivo.
E qui vengo al punto, scusate se ci ho messo fin troppo:
Aladdin, Aladdin, Aladdin da Duna: missione compiuta! La bottiglia è stata gelosamente custodita a corretta temperatura e trasportata alla destinazione concordata. Qui è stata cerimoniosamente stappata e, dopo il doveroso omaggio agli Dei del mare, bevuta alla vostra salute. Yassas!
persino Carlo sembra bello!!!!
RispondiEliminaBello sigh....Giovane gulp!!!
RispondiEliminawell done
RispondiEliminaAncora non capisco cosa c'entri il tuo sguardo diabolico ;) con il testo dolce del blog, comunque tutto molto bello :). I miei complimenti alla Signora. Bellissima foto.
RispondiEliminaGrazie, amici ;)
RispondiEliminaGrazie <3
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