Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno: c'è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa.
Oliver Hardy
"Chi tra voi vuole vedere un po' d'acqua che entra in barca?" dico in pozzetto, rivolto ai miei ospiti. Spiego che oggi voglio mettere l'elichetta del log, per far loro apprezzare la differenza di velocità alle varie andature, e l'unica ragazza del gruppo si alza e mi segue curiosa sottocoperta.
Lei si accomoda sull'angolo del divanetto, io mi accuccio sulla sentina del bagno. Pregusto già l'effetto scenografico dell'acqua che filtra all'interno dal passascafo apparentemente aperto, ma in realtà parzialmente occluso dall'apposita valvola. Mi sento un po' come l'attore che fa Amleto col suo teschio, tanto per rendere l'idea.
Mi accuccio, dicevo, e comincio ad armeggiare in sentina. Svito e sfilo il perno che serve da fermo al tappo, svito la ghiera, afferro l'anello e tiro con forza. "Ecco che adesso le parte l'urletto" penso soddisfatto.
Un attimo dopo mi ritrovo ad osservare, pietrificato dallo stupore, una colonna d'acqua larga due pollici ed alta quanto basta ad investirmi in pieno petto, che irrompe a pressione attraverso il passascafo completamente libero. Il foro è dello stesso celeste intenso del cielo, e la luce che entra risale per un poco lungo il getto d'acqua.
La ragazza non emette nessun urlo. Solo, dopo un paio di secondi, commenta "Certo ne entra parecchia, di acqua. Ma è così ogni volta?"
Il suo tono rilassato, fiducioso, ingenuo, mi riscuote. Chiudo la bocca, abbasso lo sguardo e mi ritrovo tra le mani l'intero accrocco tappo-valvola: la ghiera non andava svitata. L'ho mai svitata prima? No. E allora perché mai oggi l'ho fatto?
Non ho tempo per darmi dell'idiota, per ora. Infilo di nuovo la valvola al suo posto e riavvito la ghiera. Poi, con noncuranza, tiro di nuovo l'anello, estraggo il tappo e lo sostituisco con il log, accendo la pompa di sentina del bagno e comincio a buttar fuori, aiutandomi con una spugna, i venti centimetri abbondanti di acqua che in pochi secondi hanno allagato bagno e corridoio.
Lo racconto a un mio caro amico il giorno dopo: "Chissà quanta forza per vincere la pressione e richiudere tutto" - mi fa - e mi accorgo di avere un buco di memoria. Francamente non ricordo nulla da quando mi sono ritrovato con la valvola in mano a quando ho reintrodotto il fermo nei fori del trasduttore del log. Ho solo vaghe immagini piene di acqua e frammenti di umide sequenze video, a velocità doppia prima, come in una comica anni '20, al rallentatore dopo, come in un documentario della BBC su un qualche falco predatore di oltremare.
Ora che ci penso, ho ancora l'elichetta montata, di là in bagno. Ma è l'una di notte, e non mi pare il caso di tentare la sorte costringedomi a sostituirla proprio ora...
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