Avete presente lo stato d'animo di quando si è lontani dalla propria barca, sapendo che una libecciata di quelle davvero toste sta mettendo a dura prova gli ormeggi? Di quando parcheggiata la macchina affretti il passo sul pontile sperando sia tutto a posto. Di quando arrivato all'ormeggio vedi le tue cime sane e le molle in acciaio del tuo vicino spaccate o, peggio, di quando è la tua barca che un'anima pia ha salvato aggiuntando e annodando alla meno peggio il cavo che il vento e la risacca avevano a tua insaputa strappato?
Beh, mi è capitato un paio di volte. E ogni volta mi sono sentito un perfetto idiota che gioca a fare il marinaio in estate ma che non è in grado di accudire la propria barca appena una nuvola oscura il sole, o un po' di pioggia o di freddo rendono poco divertente darsi arie da gran navigatore con i vicini di banchina.
Beh, mi è capitato un paio di volte. E ogni volta mi sono sentito un perfetto idiota che gioca a fare il marinaio in estate ma che non è in grado di accudire la propria barca appena una nuvola oscura il sole, o un po' di pioggia o di freddo rendono poco divertente darsi arie da gran navigatore con i vicini di banchina.
La soluzione di intrugliare la cima consumata è molto marinara, ma poco pratica. Dà sicuramente una certa soddisfazione:
Nel mio caso, però, esaurisce la sua utilità nel limitato ed inutile campo dell'estetica: il passacavo di poppa è troppo stretto per permettere ad una cima così larga di scorrere liberamente. Il passacavo è talmente stretto che prima o poi, quando sarò libero dalle emergenze che la dura lotta contro l'entropia mi pone continuamente e malignamente di fronte, lo cambierò con uno più largo e più adatto. Del resto la Duna ha anche un altro difetto, ereditato dall'ingegno del precedente proprietario che tanto la ormeggiava all'inglese ad un pontile di Fiumara: le bitte di poppa sono state allontanate dalla posizione originale e posizionate a fianco degli oblò della cabina di poppa: quasi un metro e mezzo in più di cima che si allunga e si accorcia strusciando sul già troppo stretto passacavo, consumandosi, fondendosi, strappandosi. Riportarle al loro posto originario è un altro dei tanti lavori in programma, Entropia permettendo.
Quello che ho escogitato per ora è di posizionare una doppia cima per lato, di diametro inferiore (14mm invece di 18mm), in modo che:
- l'attrito sia minore
- in caso se ne rompa una l'altra fa da sicura
Inoltre ho messo in pratica un consiglio preso pari pari dal libro "Rigging" di Tross: ho impalmato un metro circa di elastico ad alta resistenza all'interno dei legnoli di una delle cime di ormeggio, un lavoro che, in effetti, sembra a prima vista più difficile di quanto si rivela all'atto pratico.
Sarà stata un'idea intelligente? Lo saprò alla fine dell'inverno. Per ora so che l'ormeggio è più elastico e le cime sfregano meno. Certo il problema del passascotte e delle gallocce rimangono, e andranno affrontati.
Più in là...
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