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Visualizzazione dei post da 2013

Buone feste!

L'inverno è arrivato, e non mancherà di farci sentire la sua morsa fredda. Ma nel contempo il sole, invitto, riprende a salire nel cielo, a splendere sul mare, sulle vele, sui nostri viaggi e sui nostri sogni. Auguri ai nostri lettori, auguri agli amici che vanno per mare, auguri a tutti quelli che seguono il vento convinti che il fine ultimo non sia la destinazione ma il viaggio in se stesso. so long and thx 4 all the fish from carlo peris on Vimeo .

Ecco l'alba

"It seems to me that no man born and truthful to himself could declare that he ever saw the sea looking young as the earth looks young in spring. But some of us, regarding the ocean with understanding and affection, have seen it looking old, as if the immemorial ages had been stirred up from the undisturbed bottom of ooze. For it is a gale of wind that makes the sea look old. From a distance of years, looking at the remembered aspects of the storms lived through, it is that impression which disengages itself clearly from the great body of impressions left by many years of intimate contact. If you would know the age of the earth, look upon the sea in a storm. The grayness of the whole immense surface, the wind furrows upon the faces of the waves, the great masses of foam, tossed about and waving, like matted white locks, give to the sea in a gale an appearance of hoary age, lustreless, dull, without gleams, as though it had been created before light itself." Josep

La baia delle Ignude

Siamo qui. Ancorati nella baia delle Ignude. Strani uccelli passano le prime ore della notte a raccontarsi la giornata. Se la gridano all'unisono dall'alto delle scogliere, con un verso simile a quello di una moglie che, nel lamentarsi della vita, dell'universo e di tutto quanto con il marito, improvvisamente vomita.  Il catamaranista inglese illumina le alte pareti di roccia con un faro alogeno (mai un charterista che si senta ospite in un luogo che faceva già parte della storia quando lui era ancora sugli alberi) ma parte sconfitto in partenza: gli dèi di questo ridosso sono antichi e pazienti, e invincibili. Un attimo di silenzio imbarazzato, e i lamenti riprendono. Ecco come i Greci si sono inventati le arpie - suggerisce Manuela.  Siamo qui, dicevo. Seduto in pozzetto, sono rivolto a sud. Davanti a me, alto e imponente nel cielo notturno, lo Scorpione si stende agile al di sopra della costa sicula. Le luci dei paesi, migliaia, milioni, sfumano ai lati verso

Agia Pelagia, la casa dall'altra parte del mare

Capita di entrare in un porto e di trovare degli amici. Magari prima non c'erano, o meglio: sì, erano lì in effetti, ma non erano ancora tuoi amici. Capita che dovevi rimanere un paio di giorni, il tempo di fare acqua, cambusa, gasolio, e poi partire per una traversata impegnativa. Pensi, dato che è più di un mese che navighi in questi luoghi ventosi, che sarà un attimo riprendere il mare. Poi ti trovi bene. La vita di banchina ti illanguidisce, la sveglia mattutina scivola lentamente verso il primo pomeriggio, i pranzi si succedono alle cene e le cene ai pranzi, chiacchieri, fai due passi, ti scambi racconti e consigli preziosi. I giorni diventano tre. Il quarto giorno tu partiresti, se non fosse che il meteo sembrerebbe non essere proprio quello ideale. Nel rimandare al quinto, comincia a sorgerti il dubbio che sia l'idea di prendere di nuovo il mare a metterti quest'ansia dietro la nuca. Di quelle che ti alitano sul collo e ti giri a guardare per vedere cos'

La resa

Terza ed ultima puntata con la quale si conclude il racconto delle mirabolanti gesta della Duna e del suo equipaggio Il racconto si era interrotto con i nostri quattro eroi duramente affaticati da un piatto di rigatoni, in calma di vento, all'uscita del canale tra Argentario e Giglio. Gli eventi si sono succeduti in seguito con tale lentezza che difficilmente qualsiasi resoconto scritto, per quanto prolisso e noioso, potrà rendere appieno l'assoluta mancanza di adrenalina e di spirito sportivo necessari per affrontare le miglia residue. Che, per inciso, erano ben più della metà.  Potrebbe forse interessare il lettore che, non appena cambiato per l'ennesima volta il genoa con il fiocco, il vento tornò da maestrale in barba ad ogni previsione e ad ogni tattica elaborata a bordo o suggerita dal nostro "uomo ombra"? Potrà forse avvincerlo il racconto del mio turno di riposo, coincidente esattamente con le uniche due ore in tutta la nottata in cui la Dun

La vana speranza

Appena il comitato dà il segnale, l'ardito equipaggio di Duna s'adopera a sfruttare al meglio tutta la tecnologia avanzata disponibile a bordo per ottenere la massima velocità nella giusta direzione.  È un piacere osservare come ognuno abbia un proprio compito e lo svolga con dedizione particolare, come il lavoro del singolo si armonizzi, si fonda in quello del gruppo. Il genoa risponde prontamente alle regolazioni di fino, e lo scafo comincia a volare sull'acqua.  Il primo bordo è di bolina quasi stretta, dritti verso Tavolara, a poco più di due nodi.  Al timone la turnazione è da subito spontanea, e fluisce a scatti, con cambi dati al pilota tempestivamente, non appena questi comincia a prendere un po' la mano. Nel primo turno il timoniere riesce a trovare immediatamente il ritmo di orza-poggia asincrono necessario, in quella debole aria, a tenere le vele perennemente o in stallo o sventate. I segnavento si vedono male, però... anzi qualcuno manca del tutto: c

Chi ben comincia è a metà dell'opera

"Comitato, Comitato, Comitato a che ora è la partenza?" "Qui Comitato: chi fa lo spiritoso?" Così comincia la regata della Duna e del suo fantastico equipaggio: Manuela, Giancarlo, Giorgio e Carlo. Antefatto: ancòra in banchina - tanto c'è tempo per una seconda colazione al bar, no? -  sentiamo sul CH72 qualcosa che ci sembra "5 minuti alla partenza", ma nessuno è sottocoperta e così nessuno può confermare quanto sentito al  VHF. In ogni caso molliamo gli ormeggi di corsa, Giancarlo (papà) al timone, e issiamo la randa mentre attraversiamo a tutta velocità il porticciolo deserto. Dalla radio altri messaggi forse importanti, che nessuno può decifrare con certezza. C'è qualcuno che si lamenta di motori accesi a ridosso dello start, pare, ma dopo un rapido consulto escludiamo possa riferirsi a noi dato che ancora non può apprezzare la nostra esistenza. Usciamo dal molo di sopraflutto e cerchiamo con gli occhi la boa, poi ci affrettiam

L'Idiota

Mi sveglia alle quattro di notte il rumore del generatore eolico che entra violentemente in azione. Ormai ci sono abituato, quindi non mi precipito fuori con la stessa ansiosa rapidità di una volta, dove per "una volta" intendo non più di due settimane fa. La Grecia è ventosa, o forse siamo noi ad essere stati abituati finora a mari dove il vento - in estate - soffia  solo durante le burrasche, o i groppi, o come debole termica durante le ore centrali della giornata. Manuela è oltre: nemmeno si scompone. Rantola nel sonno e si gira dall'altra parte mentre io esco in mutande nella notte. Devo essere giusto con lei: in realtà si rende conto che qualcosa sta succedendo e che io sono sveglio a preoccuparmene. Il che la tranquillizza e le concilia il sonno. Esco nella notte, dicevo. Il vento caldo fa piacere sulla pelle nuda. A prua le Pleiadi sono alte, e Orione sta già scavalcando con il suo piede destro le alte montagne dell'interno. Da lì arriva il vento.

Prime impressioni

Mi sveglio e scivolo giù dal letto. Cerco di tenermi in piedi nel rollio irregolare del corridoio. A piccoli passi, tenendomi alle pareti, arrivo fino in bagno. Apro la finestra e guardo fuori. Il parcheggio ha tenuto, le fondamenta hanno fatto testa. Nella calma piatta, i palazzi immobili si ergono ad oscurare il cielo settembrino. Rumore di automobili, vociare di bambini. Chiacchiericcio dei pensionati in fila fuori delle Poste. L'odore della pioggia appena passata si mescola a quella dell'asfalto, predominante. Cemento bagnato, gas di scarico, cani in libera uscita.  Le nuvole tra i tetti sono le stesse a cui siamo scampati appena ieri, ma da qui non fanno paura, o piacere, non si vedono che in parte e non è possibile apprezzare la loro terribile bellezza. Non sono nulla, solo un colore grigio a tombare l'inizio di questa prima giornata a terra. Spazio, quanto spazio. Provo timidamente a prenderne possesso, camminando a testa alta, buttando in avanti i piedi senza

LE ANCORE DI POROS

appunti per una commedia in tre atti Protagonisti (in ordine di apparizione): L'anziano professore inglese, esperto velista 1° assistente dell'anziano professore inglese 2° assistente dell'anziano professore inglese Io Manuela La Moglie del Mulino bianco Il Marito del Mulino bianco La Nonna del Mulino bianco Mutanda verde La moglie di Mutanda verde Quello che sta al timone Quello che (non) risolve i problemi Il ricco francese annoiato Il figlio del ricco francese annoiato La figlia bionda del ricco francese annoiato PREMESSE: Arriviamo di notte nel tranquillissimo porticciolo di Poros. Acque calme, fondali giusti. Diamo ancora e magicamente sul molo compaiono compagni a prendere le cime. Sono riuscito a stimare perfettamente la distanza, e abbiamo allineato trenta metri di catena diritta dal nostro musone, a 90° perfetti dalla banchina. L'equipaggio inglese alla